Maria José Leon Soto

La sua preparazione artistica l’ha vista impegnata nello studio della danza Spagnola, regionale, del Flamenco e classica.
A diciassette anni debutta come professionista con il gruppo “Fernando Belmonte” a Jerez de la Frontera.
La sua carriera procede con le compagnie di danza dirette da Carmen Mota, Matilde Corai, Raul, El Camborio, con cui partecipa all’opera “Carmen” di Bizet presentata all’Arena di Verona nel 1990.
Nel 1991 consegue il Titolo Ufficiale della Carrera de Danza Española alla Real Escuela Professional de Danza – Conservatorio de Madrid.
Nel 1992 prende parte al prestigioso spettacolo “Azabache”, diretto dal coreografo  Manolo Marin, durante l’Esposizione Universale di Siviglia.
Nel 1994 con El Camborio partecipa allo spettacolo “El flamenco y el poeta” nella cornice del Centro Cultural de la Villa a Madrid.
Dal 1996 vive in Italia dove si è esibita in grandi teatri come il Teatro Parioli di Roma, il teatro Greco di Taormina, il Teatro del Conservatorio Torino, e altri. Svolge inoltre un’intensa attività didattica diventando un punto di riferimento del flamenco in Italia.
Dal 1999 fa parte della compagnia “La Carboneria flamenca” partecipando, come coreografa e danzatrice, a spettacoli originali di flamenco contemporaneo.
Ha partecipato alla trasmissione in onda su RAI 3 ” Racconti di vita” nel maggio 2004, con un’esperienza di laboratorio-flamenco rivolta a persone diversamente abili e con difficoltà psico-motorie.
Sempre nel 2004, al teatro Valli di Reggio Emilia, si esibisce nello spettacolo multiculturale “Alcazar”, dove tre culture: la araba (con Jamal Ouassini ed il suo gruppo), la cultura del Sud Italia (con la formazione diretta da Nando Citarella) ed il flamenco (con la direzione del ballerino spagnolo Joaquìn Ruiz), dialogano e trovano innumerevoli punti di incontro.
Dal 2005 fino ad oggi, collabora come coreografa e ballerina solista con la compagnia italo-spagnola “
Flamenquevive”, che con lo spettacolo “Pinturas, omaggio flamenco a Picasso”, è attualmente in tourneé in numerosi e importanti teatri in tutto il territorio italiano (Politeama di Genova, Teatro Italia di Roma, Palacreberg di Bergamo, Teatro delle Celebrazioni di Bologna, Teatro Nuovo di Verona, etc..) 
Ha partecipato anche allo spettacolo teatrale “Il cammino di Lorca”,  realizzato al Teatro Camploy di Verona a ottobre del 2006.  Partecipa anche in un progetto al campo nomadi di Boscomantico (Verona), preparando una esibizione di un gruppo di ballerine di etnia rom, sia nel 2006 che nel 2007.
A settembre 2006 ha ballato a Pompei, al Teatro Grande, nella città antica, sempre con lo spettacolo Alcazar, con la partecipazione straordinaria di Moni Ovadia.
Nel novembre dello stesso anno ha ballato per l’apertura del Mediterraneo Film Festival tenutosi a Roma prima della visione del film Iberia di Carlos Saura.
A giugno 2007 si è esibita in una performance di flamenco contemporaneo durante l’inaugurazione della mostra di pittura “Estado del alma” dell’artista spagnola Teresa Ruiz de Lobera, al Palau de la Musica di Valencia.
Alla sua attività come ballerina affianca una grande passione per l’insegnamento, realizzando corsi regolari in diverse scuole di Verona, dove da anni è diventata un importante riferimento per chi si avvicina al baile flamenco, e anche tenendo seminari e corsi in altre città, come Bolzano, Brescia, Modena, Mantova, Padova, Macerata, Bologna, etc.
Nel 2008 ha partecipato come insegnante ospite all’importante manifestazione Danza in Fiera a Firenze.
Ha collaborato inoltre al Festival de Jerez come assistente di maestri come Isabel Bayón, Rafael Campallo, e Javier Barón (premio nazionale di danza 09).
Collabora regolarmente dal 2005 con l’Accademia di Musica Interamnense di Roma, nell’ambito della manifestazione “Etnie”, corsi estivi di musica e danza, tenuti da insegnanti di tutto il mondo. Insegna flamenco all’interno di diversi Licei e Istituti Tecnici, abbinando il valore artistico al valore educativo e psicomotorio della danza flamenca.
Da febbraio a giugno 2008 ha tenuto un corso di flamenco al carcere femminile di Verona, coinvolgendo le detenute anche nella preparazione di una esibizione finale, con bellissimi risultati.
Attualmente insegna regolarmente a Verona e Padova, e tiene seminari a Modena e Macerata.

Come ti sei avvicinata al flamenco?
Sono nata a Jerez de la Frontera, forse sarebbe meglio chiedere come mai mi sono allontanata dal flamenco…

Dunque te lo chiedo… Come mai ti sei allontanata dal Flamenco, dalla Spagna se preferisci?
Sono arrivata in Italia per amore,  pensando che forse non avrei mai più ballato, ma per fortuna ho trovato tanto interesse e la possibilità di crescere professionalmente. Così il ballo è diventato il ponte tra me e la mia terra… Ogni volta che alzo le braccia sono a casa.

Quando hai capito che sarebbe stata la tua professione?
A 18 anni, quando ho avuto la mia prima esperienza come ballerina professionista fuori da Jerez, ed è andato tutto malissimo, ma non mi sono tirata indietro…

Hai mai pensato di non farcela?
Tante volte, anche adesso, vivo dentro un cumulo di dubbi.

Chi sono i tuoi punti di riferimento?
I miei maestri, quelli che mi insegnano tecnica, passi, ma anche rispetto, serietà y “entrega”. Nomino i miei primi maestri, Fernando Belmonte e Paco del Rio, fondamentali anche Ana Maria Lòpez una maestra argentina che tanto amava la danza, Ciro flamenchìssimo, Javier Baròn geniale e Pedro Azorìn, el mejor jotero del mundo, grande maestro. E tanti tanti tanti altri…

Quante ore alla settimana dedichi allo studio?
Una media di due ore al giorno, ma varia a seconda del periodo, per motivi di lavoro o per motivi di motivazione o demotivazione.

E da cosa deriva la tua demotivazione? Posso chiedertelo?
A volte la mancanza di lavoro, a volte mi sembra di non andare avanti, a volte mi sento stanca.

Quanto ha influito il flamenco nelle tue scelte personali?
A volte tantissimo e altre volte proprio gli ho fatto dei grossi dispetti.

Cosa vuol dire?
Forse un grande dispetto è vivere così lontano da Jerez, e anche dalla Spagna. Poi ho fatto due figli, mettendo in secondo piano qualsiasi altra passione.

Se tornassi indietro quali sono le cose o le scelte che non rifaresti?
Tutto quello che ho fatto mi ha portato qui oggi, e non sarei io se non le avessi fatte. Ho capito da poco che voler essere una persona diversa da quella che sei è una faticaccia e che comunque non funziona. Quindi mi tengo così… e mi tengo per buone tutte le scelte giuste o meno che ho fatto fino ad ora.

Qual è stata, se c’è stata, la più grande difficoltà che hai incontrato per raggiungere i tuoi obiettivi  di artista?
La più grande difficoltà che trovo sono i limiti che io mi pongo, i sogni che non mi azzardo a sognare, le ambizioni che penso di non meritare, e la paura di non dire verità quando ballo. Come difficoltà pratica la precarietà perenne, che mette in secondo piano a volte gli obiettivi artistici e in primo piano la “sopravvivenza”.

Tecnica ed espressività. Che cosa viene prima?
A livello pratico, sicuramente la tecnica, ma quando s’inizia a studiare è perché ti è già nato dentro un forte bisogno di esprimere se stessi. Prima di tutto c’è questo bisogno. E spesso ce lo dimentichiamo.

Ti senti più artista o più insegnante?
Non sempre mi sento artista, è una parola grossa, mi affascina l’insegnamento ma penso che ancora ho tanta strada davanti, tante cose mie da maturare, come “artista” e come persona. Vorrei veramente diventare una maestra completa…

Qual’è il messaggio che vorresti trasmettere ai tuoi allievi?
Il rispetto, la curiosità, l’apertura e soprattutto, il piacere di imparare sempre.

E quale al pubblico?
L’ emozione.

Quale tipo di pubblico vorresti conquistare?
Ogni pubblico va coccolato. Ma il pubblico più esigente è quello che è seduto in poltrona dentro di te.

Qual’è il tuo rapporto con gli altri colleghi?
Direi buono in generale… Manca un po’ di contatto, di piacere di stare insieme e di tempo dedicato al condividere.

Quali sono i tuoi progetti attuali?
Sono molto concentrata nell’insegnamento, questo è un periodo bellissimo… all’inizio del corso tutti sono carichi e con tanta voglia di studiare!
A fine novembre farò a Verona due serate di flamenco tradizionale, una in un locale storico e un’altra in teatro al interno di un Convegno della Università sullacultura ebraica, araba e zingara.
Sto coreografando alcuni brani di Livio Gianola che ballerò a dicembre in un suo concerto.
Tra un po’ riprenderemo gli spettacoli con Flamenquevive.
Stirare, prendere i bambini a scuola, fare la cena.

C’è stato un momento della tua carriera particolarmente emozionante e per questo indimenticabile?
… Certi magoni por soleà…

E che cos’è che non hai ancora fatto ma che speri un giorno di fare? Qual è il tuo sogno nel cassetto?
Non mi azzardo a sognare… Studio, studio, e spero solo di crescere sempre… 

Qual’è l’artista/collega (bailaor, cantaor, tocaor) della scena attuale che più corrisponde al tuo gusto e che più ti emoziona?
Che più mi sorprendono Rocio Molina e Israel Galvan, come emozione pura La Yerbabuena… E poi mi emozionano tutti quelli che non sono famosi, ma che mettono il cuore in ogni passo.

Bailaor /a solista su di un palco. Chi vorresti con te come accompagnamento al cante y al toque ?
Al toque Paco Jarana, o Alfredo Lagos, al cante, ay… por siguiriya el Agujetas, por soleà Manuel Moneo, por alegrias Chano Lobato (que Dios se lo disfrute), por tangos el Capullo, Carmen Linares y Maite Martìn por lo que ellas quieran, y por bulerias cualquier Zambo, de la Morena, Moneo… Pero la verdad, cuando estoy a gustito con mi Alberto y mi Jose no echo de menos a  ninguno.

Il palos che ti rappresenta di più o quello che pensi sia più rappresentativo per il tuo baile.
Me dicen la soleà y la farruca. Pero a mì me gustarìa bailar bien por todo.. y vivir bien todo… jaja…

La tua meta ideale: Sevilla, Jerez, Madrid o…?
Jerez para vivir, para escuchar, para ver, para sentir, para morir.
Cadiz para empaparme de sal y cegarme de luz.
Sevilla para pasear…

Tradizione o modernità?
La tradizione è bella perché è parte di noi, è quello che siamo. La modernità è il presente, non volerla è come non voler respirare.

Pensi che ‘il Duende’ sia solo una prerogativa del popolo gitano o spagnolo?
Estoy harta del duende (prima risposta)
Il “Duende” è un problema solo italiano, in Spagna nessuno parla del Duende… (seconda risposta)
Credo che in nome del “Duende” tanta gente “flipa”… (terza risposta).
El Duende muriò hace tiempo, aplastado por una escobilla sin ninguna gracia… (quarta risposta).

Il tuo più grande difetto come artista e come persona
L’ego.

Il tuo più grande pregio come artista e come persona
Come “artista” la dedizione, come persona la sensibilità.

La prima letra che ti viene in mente…
… “Fui piedra y perdì mi centro, y me arrojaron al mar, y despuès de tanto tiempo, mi centro pude encontrar.” Es una letra de soleà, y todos sabemos que la soleà cuenta solo verdades como catedrales. Quien no ha perdido el centro alguna vez?

A che cosa pensi un momento prima di salire sul palcoscenico?
Prima di tutto a scappare, ma lontano lontano. Siccome non posso, mi ricordo ogni volta che ballare è la cosa che più mi piace fare. E appena il primo piede è sul palco sento che quello è il mio spazio.

Ascolti altri generi musicali oltre al flamenco? Se si quali?
Ascolto volentieri boleros e cantautori spagnoli quando ho bisogno di piangere un po’. 🙂

L’ultimo film che hai visto al cinema? L’ultimo libro che hai letto se preferisci…
Al cinema ho visto UP con i miei bambini … Sto leggendo “Scarpe italiane” di Henning Mankell.

La tua giornata ideale?
Sol, mar, gambitas y la gente que quiero.

Un consiglio per i nostri lettori che vogliono fare del flamenco la loro professione
…Scappate prima che sia troppo tardi!!!
Bromas aparte, yo aconsejo tener siempre los ojos abiertos con mucha curiosidad, trabajar seriamente.

Il tuo compagno/a ideale: dentro o fuori dell’ambiente flamenco?
…Non importa, se è ideale basta che abbia il cavallo bianco 😉

Il flamenco in una parola
Vale tambièn si son dos? “Echale papas”.

Grazie Maria Josè! Per chi volesse contattarla:

Rassegna stampa: Il Messaggero, Pinturas

9 pensieri su “Maria José Leon Soto

  1. Sono un Artista Italiano che vive in Svizzera a Basilea, vorrei mettermi in contatto l’Artista Maria Jose Leon Soto, per un eventuale interaasmento e collaborazione artistica. Sono un rappresentante dell’arte Flamenca e Tauromachica Grazie
    Se é possibile mi contatti lei direttamente Grazie
    0041-61 381 29 84
    0041 77 43 46 110

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  2. salve..sono sara coltro, ho nove anni e studio flamenco da quattro anni. La scuola dove ho sempre studiato non organizza corsi a livello medio o avanzato e così mi sono ritrovata ancora a studiare gli stessi passi da zero. Volevo chiederle qualche informazione sulle scuole di Verona e sulle insegnanti disponibili (io l’ho vista ballare e vorrei tanto averla come insegnante!!!!)….mi piacerebbe trovare un’altra scuola a verona, ma non so da chi farmi consigliare.
    Grazie della disponibilità a leggere questo messaggio…..una sua piccola fan!!!!
    Se ha il tempo di mandarmi qualche informazione può farlo alla mail di mia mamma:
    annalu@libero.it

    grazie ancora e spero di vederla presto in qualche altro spettacolo….è stato bellissimo!!!

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