Marisa Díaz

 Nasce a Mendoza (Argentina) nel 1971. La sua famiglia, come la maggior parte del popolo argentino, ha origini spagnole e italiane.
All’età di 6 anni, la madre la iscrive ad una scuola di danza spagnola e, benché non ne conosca il significato, si appassiona rapidamente e follemente a questa disciplina. Qualsiasi occasione è buona per comprare segretamente musica spagnola, musica che per un bambino della sua età, è praticamente incomprensibile, ma dalla quale è stranamente attratta.
Per continuare lo studio della danza spagnola e del flamenco, deve raggiungere un compromesso con il padre: approfondire la conoscenza delle sue origini imparando, in primo luogo, il folclore della sua regione, la Región Cuyana, che ugualmente la appassiona.
All’età di 15 anni, le madri delle sue compagne, constatando la sua attitudine all’insegnamento, le chiedono di diventare maestra delle loro figlie. Dopo qualche anno di esperienza e dopo essersi diplomata come insegnante superiore di danze spagnole presso l’istituto “La Coruña” di Mendoza, apre, nella sua città, una scuola che chiama “Nuestra Señora Esperanza de Triana”, nella quale lavora per otto anni, insegnando a circa ottanta allievi.
La passione e la curiosità per il flamenco la spingono a trasferirsi, per un periodo, a Madrid dove frequenta l’Accademia “Amor de Dios”, studiando con i migliori maestri: Ciro, Cristobal Reyes, Paco Romero, Merche Esmeralda, Belen Maya, Carmela Greco.
Questa è la prima vera esperienza diretta con il flamenco che, senza saperlo, cambierà radicalmente la sua vita.
Torna in Argentina e, dopo poco tempo, anche se con rammarico, decide di chiudere la sua scuola per dedicarsi allo studio del flamenco. Torna perciò in Spagna e approfondisce lo stile studiando a Granada con la Mariquilla, a Sevilla con Adela Campallo, a Jerez de la Frontera con la Chiqui e Angelita Gómez.
Invitata da un’amica in Italia, trascorre un lungo soggiorno a Parma. Il flamenco le manca, così inizia una collaborazione con la compagnia “Alborea” di Mara Terzi, partecipando all’opera “Carmen”. La tournée, inaugurata al Teatro Verdi di Firenze, interessa altri importanti teatri italiani e, successivamente, il Giappone, riscuotendo grande successo.
Successivamente collabora con altre compagnie italiane tra le quali: Aires Flamencos, La Morería, Flamenquevive, La Fuente Flamenca, Mediterranea.
Nel 1996 si trasferisce definitivamente a Parma e inizia ad insegnare in diverse scuole della città, oltre che a Reggio Emilia e Modena. Oltre ai corsi annuali, tiene in altre scuole stage di approfondimento della tecnica del zapateo, ritmo, palmas e castañuelas.
Parallelamente all’attività didattica, collabora, come solista, con vari gruppi di flamenco di fama nazionale, realizzando spettacoli in diverse rassegne in Italia.
Compatibilmente con l’attività professionale, frequenta periodicamente corsi di perfezionamento a Jerez de la Frontera e a Sevilla.

 

Come ti sei avvicinata al flamenco?
Mi portò mia madre, per caso…

Quando hai capito che sarebbe stata la tua professione?
Quando tutti facevano l’università ed io rispondevo “faccio la ballerina”.

Hai mai pensato di non farcela?
Il pensiero va e viene, secondo l’umore.

Chi sono i tuoi punti di riferimento
Dal bello e dal brutto c’è sempre da imparare, comunque mi piace il vecchio stampo, ma vado con i tempi.

Quante ore alla settimana dedichi allo studio?
Mentali tante, pratiche poche.

Quanto ha influito il flamenco nelle tue scelte personali?
Mi trovo dall’altra parte del mondo rispetto a dove sono nata per avvicinarmi alla Spagna, questo prova che ha influito molto.

Qual è stata, se c’è stata, la più grande difficoltà che hai incontrato per raggiungere i tuoi obiettivi  di artista?
La difficoltà è che se non hai grandi progetti ti trovi a provare con el cante y la guitarra un’ora prima di ballare ed è molto stressante .

Tecnica ed espressività. Che cosa viene prima?
Se mi ispira la musica sicuro la espressività, soprattutto se devo farlo una volta.

Ti senti più artista o più insegnante?
Più insegnante, con il cuore e la testa di artista

Qual’è il messaggio che vorresti trasmettere ai tuoi allievi?
Di ascoltare tanto la musica  e sapere lo spagnolo che è proprio la chiave per tirare fuori l’anima dei passi, e di continuare a studiare se proprio gli prende il cuore. Ricordare che io per loro sono come un giardiniere che mette solo il primo seme, dopo devono crescere da soli sopratutto studiare con tanti maestri. Sapere  che non si arriva mai alla fine.

E quale al pubblico?
Tutte le volte è diverso, direi di lasciarsi trasportare…

Quale tipo di pubblico vorresti conquistare?
Gente giovane così hanno tutto il tempo per approfondire

Qual’è il tuo rapporto con gli altri colleghi?
Da parte mia bello, da parte degli altri apparentemente buono.

Quali sono i tuoi progetti attuali?
Ripetere il lavoro che abbiammo fatto con le mie allieve, scuola scuola scuola.

C’è stato un momento della tua carriera particolarmente emozionante e per questo indimenticabile?
Per fortuna mi emoziona talmente tutto che potrei riempire pagine, una di sicuro la prima volta che ballai con el cante y la guitarra.

E che cos’è che non hai ancora fatto ma che speri un giorno di fare? Qual è il tuo sogno nel cassetto?
Non te lo dico per scaramanzia!!!!!!!!!!!!!

Qual’è l’artista/collega (bailaor, cantaor, tocaor) della scena attuale che più corrisponde al tuo gusto e che più ti emoziona?
Me canse de scribir en italiano porque no soy muy capaz. Bueno me gustan muchos, son todos muy buenos no podria poner uno adelante y otro atras.

La tua meta ideale: Sevilla, Jerez, Madrid o…?
Sin dudas Sevilla. No solo para bailar, para pasarla bien sobre todo!

Tradizione o modernità?
Para mi no habria modernismo sin la tradicion, lo importante es el equilibrio…

Pensi che ‘il Duende’ sia solo una prerogativa del popolo gitano o spagnolo?
Ay ay ay! Pienso que quien lo baila con el alma y super bien lo hace ver mas alla de ser gitano o flamenco puro, quien baila solo pasos no trasmite y el duende se queda muy escondido, por mas gitano que sea.

Il tuo più grande difetto come artista e come persona
…Otro libro! Soy un poco anarquica y muy indiciplinada poco constante, entre otras cosas.

Il tuo più grande pregio come artista e come persona
Tengo un respeto infinito por lo que hago, que termino siempre por no hacer nada por miedo de no ser a la altura de la situacion.

La prima letra che ti viene in mente…
Por Dios que no me llores no, no me llores no, no me llores no, la Madalena no se habia perdio la Madalena la tengo yo…

A che cosa pensi un momento prima di salire sul palcoscenico?
A mi abuela que es mi angel, y al mal de panza que me viene. Ahora tambien a mi bebe.

Ascolti altri generi musicali oltre al flamenco? Se si quali?
La musica de mi tierra  y de todo tipo.

L’ultimo film che hai visto al cinema? L’ultimo libro che hai letto se preferisci…
Il cacciatore di aquiloni

La tua giornata ideale?
Depende el momento, ahora te puedo decir con mi hijo y mi marido paseando en algun lugar bonito.

Un consiglio per i nostri lettori che vogliono fare del flamenco la loro professione
Cuando se vuelve profesion se vuelve un trabajo, y como todo los trabajos tiene sus pro y sus contro…

Il tuo compagno ideale: dentro o fuori dell’ambiente flamenco?
…mi hijo!

Il flamenco in una parola
…arte.

Grazie Marisa! Per chi volesse saperne di più:

2 pensieri su “Marisa Díaz

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