Stefano Arrigoni

Inizia gli studi con la danza classica jazz e contemporanea  per poi avvicinarsi al flamenco studiando in Italia presso lo I.A.L.S. di Roma. Si perfeziona successivamente in Spagna all’ “Amor de Dios” di Madrid con  maestri quali Manolete, la China, la Tati, Antonio Reyes, Ciro, Timo Lozano, Paco Romero, Helena Santonja, Manuel Liñan, El Cuqui, La Tacha  e  a Sevilla all’ “Accademia di Manolo Marín” con maestri quali Javier Cruz, Manuel Betanzos, Farruquito, Junco, Andrès Pena e Juan Ogalla.
Dal 1992 intraprende l’attività professionale presso vari locali d’Italia come “Associacion Cultural Espanola” di Roma, il Tablao “Andalucia” di Rieti e il tablao “Guadalquivir” di Pescara.
Dal ’92 al ’94 partecipa alla II, III e IV rassegna di arte flamenca e contemporaneamente lavora in spettacoli di piazza per le stagioni estive.
Dall’estate 1996 collabora con varie compagnie in Italia lavorando al fianco di artisti come Manuel Santiago, Antonio el Yaya, Emilio Cabello, Ana Salazar, Josè Carrillo, Rafael Campallo, Josè Toral in festival di danza e spettacoli teatrali quali “Noche flamenca”, “Bajo la luna”, “Invito alla danza” (Villa Celimontana – Villa Massimo – Teatro Greco Roma), “Festival di Mezzestate” (Tagliacozzo), “Chieti Incontri”, “Festival di AcquiTerme”, “Udine Estate”, “La cultura del mito” (Pozzuoli), “La Versiliana”, “La notte bianca” nel contesto del primo festival flamenco italiano all’Auditorium Parco della Musica di Roma.
Lavora con Renato Greco portando in giro per l’Italia lo spettacolo “Tango Flamenco e Jazz” e “Carmen”.
E’ ospite in varie trasmissioni televisive quali “Uno Mattina” (Rai 1), “Gente sull’orlo di una crisi di nervi” (La 7), “Non facciamoci prendere dal panico” (Rai 1), “Grande Fratello” (Canale 5).
Balla con Trudy Stayler nel film “Modì” e balla nel film “Il siero della Vanità” e nella fiction “Le figlie di Caterina” (Canale 5).
Attualmente è bailaor nel corpo di ballo e come solista nelle compagnie “El Rio Andaluz” di Sabrina Loguè e per lo spettacolo “Dos Almas” della Compagnia Flamenquevive di Gianna Raccagni. Altra recente produzione è stata “Hombres” al fianco di Dario Carbonelli e Claudio Javarone.
Da vari anni insegna Flamenco in varie scuole di Roma e Monterotondo.

Tutto iniziò …
Era il lontano 1983 quando Salvina Bertè mi fece partecipare ad un provino per un Musical al teatro Argentina. Feci il provino e venni preso (per la parte del principe……e te pareva!!!). Bisognava però saper anche ballare…oltre che cantare e recitare (e non che lo sapessi fare!). Fu così che questo mi permise di conoscere quella che per moltissimi anni fu la mia maestra di danza. Io che mai avevo pensato d’iscrivermi ad un corso di danza man mano mi sono appassionato ed ho cominciato ad amare veramente quest’arte! Flamenco? La mia maestra che faceva classico spagnolo e flamenco mi convinse a partecipare ai corsi ed io per non deluderla, anche se non mi piaceva, ho iniziato e ho continuato fino a quando anch’io presi parte alle varie tourneè estive. Per molti anni continuai così… fino ad arrivare un giorno in Spagna dove il flamenco mi conquistò totalmente!

Quali sono le ragioni, come a differenza di tanti altri tuoi colleghi, che non ti hanno fatto scegliere di seguire il flamenco come tua unica professione?
Sinceramente non amo la precarietà e così ho preferito vivermi il flamenco con più tranquillità.

Hai mai pensato di smettere ?
Molte volte ci penso, mi dico che forse è ora di mettere la testa a posto, ma poi non se ne può proprio fare a meno.

Chi sono i tuoi punti di riferimento nel baile ?
I miei riferimenti sono tutti, chi più chi meno, penso che qualsiasi artista del mondo flamenco abbia qualcosa da darmi, spagnoli e non.

Quanto ha influito il flamenco nelle tua vita ?
Sicuramente molto, l’ha indirizzata dove sono adesso e sicuramente l’ha resa più movimentata e più interessante.

Quale è stato l’ostacolo più grande che hai incontrato nel tuo percorso?
Sicuramente la mia timidezza e la paura di non farcela.

Tecnica ed espressività. Che cosa viene prima?
Adoro la tecnica… ma l’espressività è quello alla quale aspiro.

Ti senti più artista o più insegnante?
Boh! Voi che dite?

Qual’è il messaggio che vorresti trasmettere ai tuoi allievi?
Studio, ascolto, modestia, tenacia e collaborazione.

Quanto ha influito nella tua carriera essere il “compagno di” ? Pensi che questo ti abbia penalizzato o avvantaggiato ?
Sicuramente avvantaggiato. Insieme abbiamo iniziato un lungo percorso che ancora continua, insieme abbiamo affrontato varie avventure ed e stato bellissimo!

Riesci, nell’ambito flamenco, a far convivere serenamente amore e lavoro ?
È sicuramente difficile, basta crederci…

Quali sono i tuoi progetti attuali?
I progetti inerenti La Compagnia El Rio Andaluz, tornare a vivere a Roma per una vita un pò meno stressante e poi si vedrà …

C’è stato un momento della tua carriera particolarmente emozionante e per questo indimenticabile?
Le poche volte che mi sono emozionato ballando…

Il tuo sogno nel cassetto?
?!

Qual’è l’artista della scena attuale che più corrisponde al tuo gusto e che più ti emoziona?
Manuel Linan, Eva la Yerbabuena, Andrès Pena, Juan Ogalla.

La tua meta ideale: Sevilla, Jerez, Madrid o…?
Sevilla ma tornerei volentieri a Madrid.

Tradizione o modernità?
Modernità nata dalla tradizione

Raccontaci il tuo “Duende”
Il duende per me è ballare e provare piacere nel farlo, emozionarsi ed emozionare.

Il tuo più grande difetto e il tuo più grande pregio sia come artista che come persona
L’insicurezza sicuramente è il mio più grande difetto con un pò di superficialità. Il mio pregio è sicuramente la tranquillità.

Il palos che ti rappresenta di più o quello che pensi sia più rappresentativo per il tuo baile
Tirititra tran tra tirititra tran tra

A che cosa pensi un momento prima di salire sul palcoscenico?
Che Dio ce la mandi buona! Speriamo di divertirci…

Descrivici le emozioni che provi mentre balli …
Salgo sul palco, anche con un pò di timore, inizio a ballare e piano piano mi sciolgo… e se il momento è quello giusto non penso più a niente e mi lascio trasportare.

Quanta parte di improvvisazione c’è quando sali sul palco ?
Spero sempre di non dovermi cimentare in improbabili improvvisazioni. Amo gustarmi la danza senza pensare a come stupire con effetti speciali.

Bailaor solista su di un palco. Chi vorresti con te come accompagnamento al cante y al toque ?
David Palomar por alegrias e Pedro Sierra por farruca.

Il tuo segreto inconfessabile …
Scusate mi squilla il telefono!…………………..!

Qual’è il tuo rapporto con gli altri colleghi?
Amichevole e a volte indifferente.

Un consiglio per coloro che vogliono intraprendere il flamenco come professione
Non sono la persona adatta a dare questo consiglio.

Se tornassi indietro quali sono le cose o le scelte che non rifaresti ?
Non ho mai fatto grandi scelte nella mia vita quindi forse se tornassi indietro oserei di più.

Come ti vedi tra una ventina di anni ?
Non mi so immaginare tra vent’anni anche perchè mi sento come vent’anni fa!

Per che cosa vorresti essere ricordato?
Per il carisma, per la bontà e naturalmente per la grande arte!

Il flamenco in una parola
Suerte!

Grazie a Stefano! Per chi volesse saperne di più:

Videos:

Aggiornato in data 18 Ottobre 2011

 

5 pensieri su “Stefano Arrigoni

Lascia un commento