Alessandro Martin

Nato a Como nel 1980, Alessandro Martin si è diplomato in chitarra flamenca al Conservatorio di Rotterdam, studiando diversi anni con Paco Peña. Ha suonato in vari teatri, sia come solista, sia accompagnando il cante e il baile insieme a artisti come lo stesso Paco, Ramon Martinéz o David Pino. Ha vissuto per anni a Jerez de la Frontera dove ha accompagnato classi di baile flamenco in diverse accademie e ha studiato con grandi maestri fra cui Jose Luis Balao. Inoltre vive a contatto con artisti locali, imparando lo stile jerezano direttamente da artisti come Javier Patino, Pepe de Morao o Paco Lara per citarne alcuni, e suonando in varie peñas e teatri. Nel 2009 Alessandro torna in Italia, insegna chitarra flamenca, accompagna lezioni di baile e collabora con diversi artisti a originali progetti musicali.

 

Tutto iniziò…
In un’altra vita lavoravo come barista in un cafè cantante.

Hai capito subito che il flamenco sarebbe stata la tua professione?
No

Hai mai pensato di smettere?
Sto cercando ma è dura.

Chi sono stati i tuoi Maestri ? E quelli attuali?
I più importanti Paco Peña e Jose Luis Balao. Jerez  è stata Maestra, le sue accademie e il “Colmao” aule perfette di lezione.

Qual è secondo te il modo migliore di apprendere?
Sentirlo, viverlo. L’esperienza diretta credo sia fondamentale. Anche dalla necessità si può imparare molto….. e poi ore e ore di studio.

Quale è stato l’ostacolo più grande che hai incontrato nel tuo percorso?
Molti sicuramente, volendo imparare non solo una musica ma una cultura, un modo di vivere alieno.

Chitarra solista o da accompagnamento al baile? Dove ti esprimi meglio?
Accompagnamento, solista magari la prossima vita.

Ti senti più artista o più insegnante?
Son due grandi parole, mi piacciono tutte e due le cose.

Preferisci accompagnare un cantaor o un bailaor?
Un/a cantaor/a

Quale il momento della giornata dove ti senti maggiormente creativo?
Sicuramente la notte.

Quali sono le tue inquietudini d’artista ? Cosa ti fa salire l’ispirazione?
Paranoie, frustrazioni, progetti che si scontrano con la realtà. L’arroganza, l’ignoranza, le gelosie. Parecchie cose…

Quali sono i tuoi progetti attuali?
Maturare sempre più come chitarrista. Sto suonando per degli spettacoli di Maria Antonieta Vasquez e Simon Besa, hanno una concezione di uno spettacolo molto diversa e sto imparando molto. Con la cantaora Carmen Amor stiamo formando un trio con percussione per promuovere anche il cante.

C’è stato un momento della tua carriera particolarmente emozionante e per questo indimenticabile?
Quando studiavo nel conservatorio di Rotterdam ho avuto l’occasione di suonare con la compagnia di Paco Peña, a parte di parte di un progetto con artisti consacrati, la presenza, esperienza scenica e la preparazione di Paco mi son rimaste molto impresse.

Il tuo sogno nel cassetto?
Aprendolo ne incontro parecchi, un gruppazo flamenco, una compagnia flamenca, una guitarra flamenca, una novia flamenca, tutto da portare in una crociera intorno al mondo.

Qual’è l’artista della scena attuale che più corrisponde al tuo gusto e che più ti emoziona?
A parte Paco de Lucia, tanti chitarristi giovani come Diego del Morao, Manuel Parrilla, Dani Mendez, Javier Patino, Suarez Cano, Juan Requena, Juan Diego, etc etc… mi sembra stia nascendo una grande generazione di chitarristi in Spagna con un piede nella tradizione e uno nell’avanguardia.

La tua meta ideale: Sevilla, Jerez, Madrid o…?
Las playas de Cadiz

Raccontaci la tua esperienza spagnola
Molto ricca, mi ha cambiato e formato, quasi una seconda nascita, questa volta cercata, voluta. Poi nei dettagli son anche stato fortunato sin dall’inizio.

Cosa ti ha spinto a tornare in Italia?
Mmmh a parte la fame, anche la voglia di maturare esperienze nuove.

Hai incontrato qualche difficoltà ad inserirti nell’ambiente flamenco italiano? 
Ho incontrato e sto incontrando tanta gente fantastica

Quale è il palos che preferisci suonare?
La buleria come ritmo, dipendendo dalla situazione una solea, una alegria, tangos, etc etc

Il tuo più grande difetto e il tuo più grande pregio sia come artista che come persona
L’arroganza, il genio… scherzo 😉

A che cosa pensi un momento prima di salire sul palcoscenico?
La falseta!!

Descrivici le emozioni che provi mentre suoni…
Tante

Quanta parte di improvvisazione c’è quando sali sul palco?
A me piace l’improvvisazione nel senso flamenco, poi dipende come è stato organizzato un concerto, e quanto si è provato, jeje. Accompagnando non dipende sempre da me, comunque cose non pianificate ci scappano sempre.

Chitarra solista su di un palco. Chi vorresti con te come accompagnamento al cante y al baile?
Luis el Zambo pa alante. Rocio Molina al baile.

Il tuo segreto inconfessabile…
11 anni fa quando lasciai l’Italia tutti mi conoscevano come Martin, che non è un cognome spagnolo, ma un nome inglese. All’estero non sapendo parlare l’inglese ok, mi cominciarono a chiamare Tino, poi Alessandro, mio secondo nome che mi è rimasto. A volte crea confusione…

Qual’è il tuo rapporto con gli altri colleghi?
Amichevole, di rispetto.

Un consiglio per coloro che vogliono intraprendere il flamenco come professione
Se è per professione è indispensabile vivere qualche anno in Spagna per imparare l’accento andalù.

Se tornassi indietro quali sono le cose o le scelte che non rifaresti?
Mi piacerebbe avere i capelli più lunghi

Come ti vedi tra una ventina di anni?
En las playas de Cai

Per che cosa vorresti essere ricordato?
Il chitarrista più flamenco della via dove vivo

Il flamenco in una parola
Offù

 

Grazie Alessandro! Per chi vuole saperne di più:

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