Aurelio Boscaini

Fin da giovanissimo si dedica allo studio della chitarra, usando lo strumento per l’accompagnamento di canzoni sia di sua composizione che di autori italiani e stranieri.
L’incontro con la musica flamenca nel 1991 lo porta a dedicarsi completamente allo studio della chitarra da concerto. Viaggia per anni attraverso la Spagna e le province andaluse assorbendo direttamente dalla cultura popolare e da stages con grandi maestri come Gerardo Nuñez, Paco Serrano ed altri, la sensibilità e la tecnica di questa arte.
Da quindici anni svolge attività didattica, tiene concerti e spettacoli con “cante y baile” flamenco, partecipando a varie manifestazioni di grande risonanza collaborando con i più grandi esponenti del panorama nazionale e non come: Josè Salguero, Tomas de los Reyes, Alberto Rodriguez, Antonio Porro, Corrado Ponchiroli, Maria Josè Leòn Soto, Chiara Guerra, Marisa Diaz, Elena Vicini, Roberta Ravaglia, Lucia de Santiis, Rossella Mitrano, “La Malita”, Michela Fossà, Manuela Carretta, Marta Roverato, Paolo Mappa ed altri.
Nel 2002 ha pubblicato un CD “I miei maestri” dove rende omaggio ai grandi del passato e del presente della storia della chitarra flamenco, interpretando e arrangiando  alcune delle loro opere più famose. Negli ultimi anni dedica molto del suo tempo anche allo studio della chitarra classica.

 

Tutto è iniziato…
Ascoltando “Entre dos aguas” di P. de Lucia e “Como el agua”(Camaron) nel 1990

Quando hai capito che il Flamenco sarebbe stato la tua professione?
Dopo aver abbandonato la chitarra acustica e le varie canzoni d’ autore, cominciai nel febbraio 1992 a studiare la tecnica primaria flamenca e le prime falsetas sotto la guida di Balen Lopez de Munain (amico chitarrista basco che vive in Verona). Entusiasta dei risultati, chiusi nel 1993 la bottega artigiana dove producevo vari oggetti in peltro e decisi così di dedicare la mia vita alla chitarra (sogno che non avevo mai avuto il coraggio di realizzare). Mi trasferii allora per quasi due anni in Andalusia, da Conil de la frontera a San Fernando, da Jerez a Cordoba, dai piccoli pueblecitos delle sierras fino alla grande Madrid, studiando con il gitano di strada e con Paco Serrano, con el cantaor della peña flamenca e con Gerardo Nuñez e molti altri che oltre che arricchirmi tecnicamente mi hanno pure donato tanta amicizia alla quale tengo tutt’ora.

Hai mai pensato di non farcela?
Certamente, ma l’ amore per un’ esperienza ti fa andare oltre i momenti difficili, facendoti apprezzare anche i risultati tecnicamente fallimentari: fanno parti di noi stessi anche questi.

Chi sono i tuoi punti di riferimento?
El Titi de Conil per il suo duende e Gerardo Nuñez per la sua tecnica.

Quante ore alla settimana dedichi allo studio?
Venti ore più o meno

Quanto ha influito il flamenco nelle tue scelte personali?
Completamente, perché la profondità della sua filosofia mi ha aiutato a dare semplicità all’esistenza

Se tornassi indietro quali sono le cose o le scelte che non rifaresti?
Nessuna

Qual è stata, se c’è stata, la più grande difficoltà che hai incontrato per raggiungere i tuoi obiettivi di artista?
I vari dolori  alle articolazioni, dovute al fatto di cominciare a studiare tecnica dopo i 40 anni.

Quali sono le tue inquietudini d’artista ? Cosa ti fa salire l’ispirazione?
Le contraddizioni tra la quantità e la qualità, tra il commerciale ed il creativo. La calma, il silenzio e la solitudine sono le mie muse ispiratrici.

Tecnica ed espressività. Che cosa viene prima?
Non so se viene prima l’uovo o la gallina!

Ti senti più artista o più insegnante?
Artisti lo si è, insegnanti a volte bisogna diventarlo anche per sopravvivere.

Qual’è il messaggio che vorresti trasmettere ai tuoi allievi?
Isolati con la tua chitarra e suona qualsiasi cosa ti passi per la testa!

E quale al pubblico? Quale tipo di pubblico vorresti conquistare?
Qualsiasi

Qual’è il tuo rapporto con gli altri colleghi?
Difficile, anche perché ho l’impressione che ci sia una lotta tra poveri.

Quali sono i tuoi progetti attuali?
Un cd con pezzi classici e flamenchi che si sentano fratelli

C’è stato un momento della tua carriera particolarmente emozionante e per questo indimenticabile?
Quando nel 1994, coltivando anche la passione per il cante, a Sanlucar, al primo corso con Gerardo Nuñez, cantai por fiesta “Como el agua” accompagnato dallo stesso Nuñez e Mario Cortes alle chitarre, El Londro e Carmen Cortes alle palmas,ero ai primi passi e sentivo dentro un fuoco sacro.

E che cos’è che non hai ancora fatto ma che speri un giorno di fare? Qual è il tuo sogno nel cassetto?
Eseguire concerti dove la musica flamenca e la classica possano creare un’unica emozione.

Qual’è l’artista/collega (bailaor, cantaor, tocaor) della scena attuale che più corrisponde al tuo gusto e che più ti emoziona?
Gerardo Nuñez

La tua meta ideale: Sevilla, Jerez, Madrid o…?
Conil de la Frontera, dove ho vissuto un po’ e conservo amicizie.

Tradizione o modernità?
Entrambi

Pensi che ‘il Duende’ sia solo una prerogativa del popolo gitano o spagnolo?
No, anche se in condizioni normali do a loro la prerogativa.

Il tuo più grande difetto e il tuo più grande pregio come artista e come persona
L’orgoglio come difetto e la forza di volontà come pregio.

La prima letra che ti viene in mente…
Que con la luz del cigarro yo vì el molino , se me apagò el cigarro, perdì el camino…

A che cosa pensi un momento prima di salire sul palcoscenico?
Che la memoria non mi abbandoni

Le emozioni che provi mentre suoni… a cosa pensi?
Gioia quando la musica va, rabbia quando mi perdo.

Ti capiterà di salire sul palco e non avere voglia di suonare, voglio dire… immagino che quando diventa un impegno possa succedere. Come te la sbrighi?
Succede quando ti trovi tra gente che non gliene importa nulla di te… allora o fai di tutto per coinvolgerli oppure non vedi che  l’ora di terminare arrivi in fretta.

Tocaor solista su di un palco. Chi vorresti con te come accompagnamento al cante y al baile?
José Salguero ed Elena Vicini

Cosa pensi invece del baile in compania? Sia come tocaor che come spettatore.
Dipende da chi balla e con quale coinvolgimento, comunque sempre emozione viva.

Il palo che ti rappresenta di più o quello che pensi sia più rappresentativo per il tuo toque
Alegrias

Ascolti altri generi musicali oltre al flamenco? Se si quali?
Chitarra classica e moderna

L’ultimo libro che hai letto?
Gomorra

La tua giornata ideale?
A casa da solo

Qual’è il momento della giornata dove ti senti maggiormente creativo?
Il mattino

Un consiglio per i nostri lettori che vogliono fare del flamenco la loro professione
Provare e riprovare lo stesso gesto finchè diventa naturale

Il tuo segreto inconfessabile…
Non ho segreti

La tua compagna ideale: dentro o fuori dell’ambiente flamenco?
Mia moglie Gabriella

Il flamenco in una parola
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Grazie Aurelio!

 
Aurelio Boscaini por alegrias:

5 pensieri su “Aurelio Boscaini

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