Livio Gianola

È l’unico chitarrista non spagnolo ad aver scritto musiche flamenco per il prestigioso “Ballet National de España”.
In quasi 15 anni di collaborazione con il grande bailaor Antonio Canales ha dato vita alle musiche dei balletti “Torero” (1992), “Narciso” (1995), “Gitano” (1996), “Minotauro” (2002), “Bailaor” (2004) e “Bohemio” (2006).
Le sue opere sono rappresentate in tutto il mondo nei più prestigiosi scenari quali: il “Theatre des Champs Eliseé” di Parigiil “Teatro de la Zarzuela” di Madrid, il “Lope de Vega” di Siviglia, il “Bunka kaikan” di Tokio, il “Colón” di Buenos Aires, il “Philarmoniker” di Colonia, il “Grand theater” di Shangai e il Teatro dell’Acropoli di Atene.
Come solista e in varie formazioni partecipa a importanti manifestazioni come il “Forum dei popoli” di Barcellona, la “Bienal de Flamenco” di Siviglia e il “Festival di Sanremo”.
Ha scritto musiche per il cinema e il teatro (premiato al festival cinematografico di Rimini) e composto lavori di più ampio respiro in ambito classico tra i quali: il “Concerto per orchestra di chitarre”, la “Suite del levantino” per chitarra e orchestra e due CD a proprio nome dai titoli “Sombra” e “Bohemio”.

 

Tutto è iniziato…
In conservatorio, a lezione un giorno il mio maestro mi fa ascoltare un disco di Sabicas e…

Quando hai capito che il Flamenco sarebbe stato la tua professione?
Quando hanno cominciato a pagarmi per suonare e ho aperto la partita IVA; so che non è molto poetica come immagine ma in questo ambiente è tutto così precario!!!

Hai mai pensato di non farcela?
…diciamo che non ho mai voluto pensarci, comunque anche quando da studente ho dovuto fare altri lavori, non mi sono mai immaginato in maniera diversa dall’essere musicista.

Chi sono i tuoi punti di riferimento?
Beh… qualsiasi chitarrista della mia generazione non può che riferirsi a Paco de Lucia. Ma più in generale per ciò che riguarda la musica credo che essere partito dal classico sia una cosa che ancora  mi porto fortemente dentro.

In che modo? Si potrebbe pensare che la formazione classica ed accademica che si acquisisce al conservatorio possa entrare in conflitto con un genere come il flamenco che invece nasce ‘dal popolo’… da una parte ‘lo spartito’ e dall’altra ‘l’improvvisazione’… tu come hai conciliato questi due aspetti? Ci sono stati momenti in cui la tua formazione accademica ti è stata paradossalmente di ostacolo?
Beh è l’abitudine alla disciplina che ti dà un certo tipo di formazione e diventa fondamentale poi qualsiasi genere tu faccia, nel mio caso poi anche da un punto di vista della composizione mi ha aiutato a sviluppare uno stile che credo sia piuttosto personale.

Quante ore alla settimana dedichi allo studio?
In genere mai meno di quattro-cinque ore al giorno.

Quanto ha influito il flamenco nelle tue scelte personali?
Più che il flamenco direi la musica, l’essere musicista… beh… molto.

Se tornassi indietro quali sono le cose o le scelte che non rifaresti?
In diverse occasioni mi è stato proposto di trasferirmi in Spagna ma ho sempre evitato di farlo se non per dei brevi periodi… devo dire che in certi momenti una punta di pentimento mi è rimasta.

In che città vivi?
Vivo a Lecco, lago e montagne, niente a che vedere con ulivi e terra rossa ma fatico a immaginarmi in un altro posto; i miei rimpianti però non hanno a che fare con la geografia o l’ambiente… direi piuttosto che tutto è dovuto alla situazione culturale del nostro paese.

Qual è stata, se c’è stata, la più grande difficoltà che hai incontrato per raggiungere i tuoi obiettivi di artista?
Il tempo! Vorresti sempre averne di più: per studiare, per finire un pezzo, per una prova…

Quali sono le tue inquietudini d’artista? Cosa ti fa salire l’ispirazione?
Qualsiasi cosa, la vita in generale, oppure delle volte ti metti semplicemente e suonare e… aspetti!!!

Tecnica ed espressività. Che cosa viene prima?
L’espressività ma solo quando hai… la tecnica.

Ti senti più artista o più insegnante?
Ho sempre avuto molto pudore nell’utilizzare la parola Arte, a volte sarebbe sufficiente essere un buon “artigiano”; comunque anche quando sto con i miei allievi sento di essere più vicino al primo.

Qual’è il messaggio che vorresti trasmettere ai tuoi allievi?
Amare ciò che stanno facendo a prescindere da dove li possa portare.

E quale al pubblico? Quale tipo di pubblico vorresti conquistare?
Conosco solo un tipo di pubblico, e che ognuno prenda da ciò che faccio quello che più gli conviene.

Qual’è il tuo rapporto con gli altri colleghi?
Normale come nelle cose di tutti i giorni: alcuni di loro sono cari amici, qualcuno si frequenta solo per lavoro e altri magari non si hanno in grande simpatìa. In generale comunque credo di essere una persona con la quale non sìa difficile andare d’accordo.

Quali sono i tuoi progetti attuali?
Sto terminando una raccolta di studi per chitarra che verrà pubblicata in primavera, e inoltre sono al lavoro per un nuovo disco con una chitarra a otto corde. Per le cose dal vivo invece preparo un nuovo concerto col mio gruppo che vedrà la partecipazione al baile di Oscar de los Reyes e Maria Josè Leon Soto.

Chi suona con te? Com’è composto il tuo gruppo?
Alcuni elementi come il fisarmonicista Flaviano Braga e il flautista Ruca Russo suonano con me da oltre un decennio, poi ci sono Cisco Portone alle percussioni e Francesca Ghilardi che completa il quadro con Oscar e  Maria, in qualche occasione. Poi invito qualcuno dei cantaores coi quali mi trovo più a mio agio.

C’è stato un momento della tua carriera particolarmente emozionante e per questo indimenticabile?
Le emozioni in questo lavoro non mancano… mi viene in mente il debutto di “Torero” con Antonio Canales a Madrid davanti  a tutto il gotha del flamenco, oppure vedere il “Ballet Nacìonal” ballare sulle mie musiche alla “Zarzuela” o gli inizi con la compagnìa di Mara Terzi

E che cos’è che non hai ancora fatto ma che speri un giorno di fare? Qual è il tuo sogno nel cassetto?
I propri sogni non vanno rivelati… intanto vorrei continuare a migliorarmi giorno dopo giorno.

Qual’è l’artista/collega (bailaor, cantaor, tocaor) della scena attuale che più corrisponde al tuo gusto e che più ti emoziona?
Chiunque sia salito su  un palco con Antonio Canales  non potrebbe non fare un altro nome.

A proposito, come sei entrato in contatto con lui? Com’è nata la vostra collaborazione?
Durante un seminario che lui teneva a Milano  mi sentì suonare e…

La tua meta ideale: Sevilla, Jerez, Madrid o…?
Nessuna delle tre, ho bisogno di tranquillità se dobbiamo per forza rimanere in zona ti direi Sanlùcar de Barrameda.

Tradizione o modernità?
Qualità.

Pensi che ‘il Duende’ sia solo una prerogativa del popolo gitano o spagnolo?
Se lo pensassi veramente non sarei qui, e comunque ho l’impressione che la faccenda del Duende sia una mistificazione per turisti.

Il tuo più grande difetto e il tuo più grande pregio come artista e come persona
Sono permaloso.

C’è un brano flamenco al quale sei particolarmente legato? Uno di quelli che non ti stancheresti mai di ascoltare…
Non saprei… forse “La barrosa”, è comunque sicuramente il brano che ho rimandato più volte da capo.

A che cosa pensi un momento prima di salire sul palcoscenico?
A quello che dovrei fare di lì a poco.

Le emozioni che provi mentre suoni… a cosa pensi?
Cerco di pensare il meno possibile e di immergermi nella musica a pieno.

Ti capiterà di salire sul palco e non avere voglia di suonare, voglio dire… immagino che quando diventa un impegno possa succedere. Come te la sbrighi ?
A volte si capita  ma in genere poi quando cominci a suonare è un malessere che scompare.

Chi vorresti nel tuo cuadro flamenco al cante y al baile?
Sono veramente in imbarazzo per la scelta, ho avuto la fortuna di lavorare con Guadiana, Montse Cortes, Gallì, Josè Amador… non saprei ne cambierei uno ogni palos. Per il baile invece mi vanno benissimo quelli con cui sto lavorando attualmente, altrimenti divento ripetitivo e dico Canales.

Il palos che ti rappresenta di più o quello che pensi sia più rappresentativo per il tuo modo di suonare
Non saprei… se hai uno stile tuo puoi farti riconoscere e apprezzare con qualsiasi genere.

Ascolti altri generi musicali oltre al flamenco? Se si quali?
Musica classica soprattutto.

L’ultimo libro che hai letto?
Ho riletto recentemente Pan di Knut Hansum

La tua giornata ideale?
In piedi non troppo presto e via di scale, poi a sera una bella cena in compagnìa di persone che mi vogliono bene…

Qual’è il momento della giornata dove ti senti maggiormente creativo?
Non c’è un momento particolare….

Un consiglio per i nostri lettori che vogliono fare del flamenco la loro professione
Difficile… siamo tutti così diversi.

Il tuo segreto inconfessabile…
In quanto tale… appunto.

Il flamenco in una parola
Domanda troppo complessa 🙂

Grazie Livio! Per chi volesse saperne di più:

 

Livio Gianola – Studi su chiatarra flamenca a 8 corde:

 

Livio Gianola – Sevillanas, Bamberas, Zapateado, Fandango, Tarantas, Guajiras:

 

Livio Gianola – Dieci studi in velocità – Studio n°1:

 

Livio Gianola – Sicomoro (Taranta):

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