Niño de Vélez

titolo_recuerdos

Para orgullo de Málaga
tenemos al Niño de Vélez,
que puso todos sus cantes
a la altura más grande,
para podernos recrear
de la mejor esencia creativa
que supo poner en su arte.

DSC_0052Benché iscritto nei registri di Benamargosa, José Beltrán Ortega, “Niño de Vélez” per il mondo flamenco, nacque a Triana il 9 di Aprile del 1906.

Leggendo il libro scritto dal suo biografo Juan Fernández Olmo,  possiamo avere una piccola rappresentazione di quello che è stata la sua vita. Di origini umili, già da piccolo pare fosse apprendista falegname. Con un asino portava verdure, patate e altri prodotti della terra nei paesi vicini. Durante il tragitto, all’alba e al tramonto, ispirato dai paesaggi circostanti cominciava a cantare inondando i campi con la sua poderosa voce.

La sua fu una vita movimentata, scandita da importanti e significativi eventi storici, primo tra tutti la guerra civile spagnola. Per un periodo fu proprietario di una taverna nella sua terra natale, dove si bevevano fiumi di vino e si servivano “tapas de morcilla” e altri prodotti caserecci. Visse epoche di splendore e di miseria, dormì ospite presso amici e in piccole locande. Conobbe l’amore e la disillusione dell’amore, soffrì le superstizioni, era un buon compagno e un uomo con un buon senso dell’umorismo.

Tutti i momenti alti e bassi della sua vita furono accompagnati dal flamenco. Portò in giro per tutta la DSC_0049Spagna la cultura popolare di Málaga. Cantó in umili taverne, nei tablaos flamencos e in grandi teatri. Il primo contratto fu realizzato a 16 anni e a 20 già si esibisce nel teatro de La Latina a Madrid, da dove inizia un tour in diverse province alternandosi con Manuel Vallejo, Niño Gloria, Manuel Torre, Canalejas, José Palanca, el Sevillano, Niño de Cabra, fra i più affermati artisti dell’epoca. Finita la guerra civile appare al teatro Cervantes di Málaga e prosegue la sua attività artistica, alternando i tour con alcuni concorsi, nei quali riceve il riconoscimento di pubblico e giurie.

A metà degli anni cinquanta si sposta per cercare lavoro come molti altri andalusi, a Cornellá (Catalogna) senza abbandonare il cante. All’inizio degli anni sessanta torna alla sua Vélez natale, dove morirà il 5 di Gennaio 1976.

José Beltrán è stato un cantaor che seppe mettere la grazia della sua voce al servizio di un’ispirazione personale che trasmise a tutti i cantes che interpretó. Lo si può notare in special modo nella sua Malagueña Caleta y el Limoná, di grande difficoltà interpretativa, dove ha saputo armonizzare l’eredità lasciata da grandi cantaores quali Juan Breva, Don Antonio Chacón, la Trini e el Canario.

¡Ay! Viva Málaga que tiene
¡Ay! Caleta y el Limonar,
su parque lleno de flores
¡Ay! criao en la orilla del mar
donde nacen los amores

DSC_0050“Niño de Vélez” registrò i suoi cantes nel 1929, quattro con il marchio Odeón e nel 1945 altre tre per la Columbia. Nella raccolta di registrazioni di cantaores malagueños scomparsi, e edita recentemente dalla Diputación de Málaga, in un CD condiviso con La Repompa, appaiono nove cantes dell’artista veleño: la Malagueña “Caleta y el Limoná”, quattro Fandangos, due Medias granaínas, qualche Verdiales e alcune Alegrías veleñas.

José Beltrán, che contò sempre sull’affetto dei sui compaesani, è stato ricordato con il nome di una strada e una piazza, rispettivamente a Vélez e a Triana. Esiste a Vélez una Peña Flamenca a suo nome, dove nel 1971 si è svolta in suo onore una memorabile serata flamenca dove intervenirono numerosi aficionados e flamencologhi della zona insieme ai chitarristi Manuel Cano e Carlos Ramos. Nel I Concurso Nacional de Arte Flamenco de Córdoba, ottenne il terzo premio por Malagueñas, Verdiales, Rondeñas e Fandangos de Lucena.

Fonti web:

 

Lascia un commento