Laura Torricini

laura torricini

 

Dal 1986 al 1989 si forma nell’ambito della danza Jazz con Sabina Cesaroni alla S.A.D. di Firenze.

Dal 1989 al 1994 studia danza flamenca e danza classica spagnola con il Maestro Fernando Josè Hiram al “Florence Dance Center” di Marga Nativo e Keith Ferrone. Prosegue fino al 2003 gli studi di flamenco con Ciro, Merche Esmeralda, Paco Fernandez, Eva Yerbabuena, Adrian, Isabel Bayon, (Madrid, Sevilla, Jerez de la Frontiera, Cadiz, Granada).

Dal 1996 inizia la sua attività di insegnante a Firenze.

Dal 1998 al 2002 ha partecipato in qualità di danzatrice alle attività Associazione teatrale “2 Parole”.  Ha lavorato in qualità di coreografa e/o danzatrice per gruppi musicali, teatrali e compagnie operistiche. Ha partecipato per la componente danza spagnola alla realizzazione dello spettacolo “Intarsio”, dialogo fra tre danze, flamenco araba e danza classica indiana (danza bharathanatyam).

Dal 1991 al 2005 svolge attività professionale. Tra i più importanti spettacoli possiamo ricordare “Carmen” di Bizet diretta da Zubin Metha, “Maggio Musicale Fiorentino”  (Teatro comunale di Firenze), “YERMA” di F.Garcia Lorca (regia di M.C.Bresciani) Teatro le Laudi (Firenze) protagonista attrice-danzatrice. “Festival di danza” di Cartagine (Tunisi). “Cavalleria rusticana” di Mascagni (Firenze), “Le Nozze di Figaro” di Rossini (San Galgano Siena). “Al Cafè de Chinitas”  (Palazzo Pitti Firenze, CastelloTrostburg Bolzano). “Intarsio” (Festival della musica dei Popoli Olbia Sardegna) fondatore Peter Gabriel. Premio “Galileo”  (Museo del Bargello Firenze), “Il Misterioso fascino della Spagna” con Fabio Monopoli chitarra classica, Silvia Martinelli (soprano), (Porto S.Stefano, Isola del Giglio, Tropea, cortile di palazzo Orsini a Pitigliano), isola Maddalena, Collinearea Festival 2007, Castello di Lari Teatro Comunale “G. Verdi”. San Severo “Concierto de alma”  voce recitante: Michele Placido, chitarra: Javier Garcia Moreno, pianoforte e violoncello (Emilia Romagna Festival, Arena Plautinia),  “La notte bianca a Perugia” (Sala dei Notai). Impetus flamenco ensemble: chitarra violino, (Viterbo), Chitarre Spagnole e Danza Flamenca (Alessandro Bruni, Marco Zucchini chitarre) Teatro Verdi Monte S. Savino, (ar), I fiori del bene”. Malaspinarte ’08: Castello Malaspina  di Massa, Lina Bernardi (attrice)  Beppe Costa (poeta scrittore), Beatrice Niccolai (poetessa).

 

Come ti sei avvicinata al flamenco?
Fin da piccola mi piaceva il tip tap, ma non c’erano insegnanti a Firenze; andai a fare danza Jazz, lì incontrai il flamenco e a prima vista mi innamorai.

Quando hai capito che sarebbe stata la tua professione?
Dopo qualche spettacolo con la compagnia di Fernando Hiram, il mio primo maestro, capii che il flamenco non poteva essere solo un hobby.

Hai mai pensato di non farcela?
Come tutti gli essere umani, ho i miei alti e i miei bassi.

Chi sono i tuoi punti di riferimento?
Camaron, Vincente Escudero, Eva Yerbabuena, Josè Mercè,  Machado, Rafaela Carrasco, Garcia Lorca, Gades, Torombo, Fuensanta la Moneta, Mercedes Ruiz, Olga Pereicet, Rocio Molina, Israel Galvan, Pastora Galvan.

Quante ore alla settimana dedichi allo studio?
Difficile perchè c’è poco tempo,  non è mai uguale a volte di più a volte di meno, comunque variano dalle 7 alle 14 ore settimanali.

Quanto ha influito il flamenco nelle tue scelte personali?Scegliere una passione come professione comporta dei sacrifici, ma anche soddisfazioni uniche.

Qual è stata, se c’è stata, la più grande difficoltà che hai incontrato per raggiungere i tuoi obiettivi di artista?
Mettermi in discussione ogni volta che non sono soddisfatta di me stessa,  e soprattutto tenere il rapporto con le persone è molto faticoso, fare la manager di se stessi …. è stancante, ci vuole un manager e uno che lo sappia fare. Io non sono brava.

Tecnica ed espressività. Che cosa viene prima?
La tecnica.

Ti senti più artista o più insegnante?
Prima più artista, ora anche insegnante. E’ una questione di carattere, fin da piccola mi è sempre piaciuto esibirmi,  sono istintiva  ed ho avuto sempre una facilità di prendere il passo al volo, e una buona memoria, quindi quando ho cominciato ha insegnare far capire come arrivare a fare il passo… non è stato facile, e  sopratutto non avevo pazienza. Con il tempo e le batoste, ho lavorato molto su me stessa in questo lato, e sono contenta perchè vedo gli allievi che mi danno delle belle soddisfazioni.

Qual’è il messaggio che vorresti trasmettere ai tuoi allievi?Passione per il flamenco, amore per se stessi.

E quale al pubblico?
Lo stesso.

Quale tipo di pubblico vorresti conquistare?
Non c’è un tipo di pubblico particolare che vorrei conquistare, non ho preferenze. Spero di arrivare e conquistare qualsiasi tipo di pubblico.

Qual’è il tuo rapporto con gli altri colleghi?
Con alcuni buono, con altri meno.

Quali sono i tuoi progetti attuali?
Migliorare l’organizzazione della scuola, organizzare un saggio spettacolo, e creare due tipi di spettacoli uno sul flamenco e l’altro su musica classica spagnola.

C’è stato un momento della tua carriera particolarmente emozionante e per questo indimenticabile?
Quando ho ballato a una Peña di Jerez: molta paura prima di ballare poi, quando ho cominciato non avrei voluto più smettere. L’altra, quando ero a fianco con Juan Ortega, in Carmen, al Maggio Musicale Fiorentino.

E che cos’è che non hai ancora fatto ma che speri un giorno di fare? Qual è il tuo sogno nel cassetto?
Un progetto teatrale ideato da me.

Qual’è l’artista/collega (bailaor, cantaor, tocaor) della scena attuale che più corrisponde al tuo gusto e che più ti emoziona?Fuensanta La Moneta.

La tua meta ideale: Sevilla, Jerez, Madrid o…?
Ogni città ha la sua particolarità, dipende da cosa voglio. Comunque se devo dare un ordine: Sevilla, Jerez, Granada, Madrid, Cadiz.

Tradizione o modernità?
Assolutamente tutti e due, sennò non sei un artista completo.

Pensi che ‘il Duende’ sia solo una prerogativa del popolo gitano o spagnolo?
… No, perché?! I popoli gitano e spagnolo non sono extraterrestri, sono essere umani come tutti. Il Duende è soggettivo, “tirar fuori” i tuoi lati oscuri, buoni e brutti; soprattutto chi ha avuto una vita più difficile, con sofferenza, riesce ad avere una marcia in più, e un animo generoso.

Il tuo più grande difetto come artista e come persona
Non essere abbastanza “cattiva” in questo mondo.

Il tuo più grande pregio come artista e come persona
La sincerità.

La prima letra che ti viene in mente…
… Sueña con el vuelo del pájaro
con los tejaos de la gañania
y con la brisa suave del aire
en el crujir salitre de la semillas
Ama el hierro candente
de las fraguas al compás del martillo
que lo convierte en reja,
al pañuelo blanco de rosas encarnadas y al trino del canto que en la noche queja.

A che cosa pensi un momento prima di salire sul palcoscenico?Dipende da come mi sento, non sono sempre uguale. Generalmente mi sale una tale adrenalina da non vedere l’ora di danzare.

Ascolti altri generi musicali oltre al flamenco? Se si quali?
Si, mi piace tutta la musica: jazz, pop, rock, hard rock, blues opera, argentina, classica, funky, discomusic, progressive, latino, messicana ecc…

L’ultimo film che hai visto al cinema? L’ultimo libro che hai letto se preferisci…
Revolutionary Road, Afrodite (I. Allende)

La tua giornata ideale?
Stare all’aria aperta.

Un consiglio per i nostri lettori che vogliono fare del flamenco la loro professione
Essere tenaci e rimanere umili

Il tuo compagno/a ideale: dentro o fuori dell’ambiente flamenco?
Fuori dall’ambiente di flamenco

Il flamenco in una parola
Vita.

Grazie Laura! Per ulteriori approfondimenti:

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