Elena Vicini


Elena Vicini inizia i suoi studi con la danza classica e si diploma con il il metodo ROYAL ACADEMY OF DANCING presso il CENTRO STUDI DANZA di Firenze.
Si appassiona subito dopo al flamenco intraprendendo gli studi di questa disciplina perfezionandone lo studio in Spagna presso l’Academia Amor de Dios a Madrid, preso l’Academia de Manolo Marin a Sevilla e con La Tonà ed El Torombo ad Jerez.
Ha successivamente lavorato presso i Tablao di Plaza Salinas (Riccione), Viernes Flamencos (Kyoto-Osaka), Calentito e Juglar (Madrid).
Ha ballato nelle Compagnie di Antonio Breschi, Triana, La Moreria, La Carboneria Flamenco, Flamencos en Route, Contrabbando, Flamenco 3, Paul Morocco e la Flamencomedy.
Ha collaborato nelle Opere La Traviata e Carmen, con coreografie di Juan Ortega.
E’ stata coreografa e ballerina per Art on Ice 2007.
Attualmente svolge la sua attività didattica a Zurigo, Basilea, Berna, Berlino, Hannover, Dublino, Madrid, Firenze, Milano e Bologna.

 

Come ti sei avvicinata al flamenco?
Ho studiato danza classica a livello professionale, iniziando a sei anni, integrandolo con lo studio di altre discipline quali il flamenco e la danza contemporanea. Ricordo pero’ che fui folgorata dalla bellezza di Manuela Vargas che interpretava la protagonista nella messa in scena di Medea del Ballet Nacional su musiche originali di Manolo Sanlucar. Nello stesso Festival, che peraltro si svolgeva nell’Anfiteatro Romano di Fiesole, ho visto per la prima volta la famiglia Montoya, Carmelilla aveva 15 anni, piu’ o meno come me… Erano una forza della natura, la stessa forza che avevo sentito in Manuela Vargas, una sorta di follia. Da quel momento ho deciso che dovevo capire, conoscere, investigare, studiare… sono ancora alla ricerca.

Quando hai capito che sarebbe stata la tua professione?
Non l’ho mai”capito”, è successo, l’ho seguito, non potevo evitarlo.

Hai mai pensato di non farcela?
Sempre, sono state le circostanze che mi hanno poi confermato il contrario.

Chi sono i tuoi punti di riferimento?
In positivo il Maestro Ciro, il piu’ grande Maestro che io abbia mai avuto. Ci obbligava al rigore ed all’onestà, alla disciplina ed allo studio attento e costante, niente menzogne, nessuna finzione. In negativo la mia insegnate di danza classica, l’esempio da manuale di cio’ che NON  va mai fatto con un allievo. Le mie compagnie di corso, di cui due o tre di grande talento, dopo aver sofferto disturbi dell’alimentazione in modo anche grave, si sono ritirate per sempre dalla danza, tutte.

Quante ore alla settimana dedichi allo studio?
Adesso che ho una bimba di tre anni ed un bimbo i due mesi ringrazio il cielo se riesco a passare un’ora al giorno in studio, altrimenti sono necessarie quotidianamente almeno tre ore.

Quanto ha influito il flamenco nelle tue scelte personali?
Difficile dirlo. Penso comunque che tutta la mia vita sia stata condizionata ed influenzata da questa scelta professionale. In ogni caso non è mai stato per me fondamentale incontrare un partner o amici che dovessero necessariamente condividere con me il flamenco, continua ad essere una cosa mia, intima e necessaria.

Qual è stata, se c’è stata, la più grande difficoltà che hai incontrato per raggiungere i tuoi obiettivi di artista?
Me stessa ed i limiti che, per paura, debolezza e scarsa autostima, mi sono costruita o lasciata imporre da qualche imbecille pieno di pregiudizi.

Se tornassi indietro cosa non rifaresti?
Ricollegandomi con quanto detto prima, non mi lascierei influenzare negativamente da pregiudizi e cattiverie.

Ti senti più artista o più insegnante?
Faccio fatica a definirmi artista, direi piuttosto che sono un’artigiana…
In ogni caso sono due aspetti della mia persona che non posso scindere.

Qual’è il messaggio che vorresti trasmettere ai tuoi allievi?
Divertitevi quando ballate, godete della musica e date sempre il massimo, ognuno secondo le proprie possibilità.

E quale al pubblico?
Cerco di essere vera e onesta, che piaccia o no.

Quale tipo di pubblico vorresti conquistare?
Non ballo per conquistare ma per raccontare, perchè non lo posso evitare, perchè ballare mi da la vita. Non posso chiedere ad ognuno di apprezzare cio’ che faccio, non pretendo di piacere a tutti, non l’ho mai cercato.

Qual’è il tuo rapporto con gli altri colleghi?
Quando eravamo giovani eravamo tutti competitivi e duri gli uni con gli altri, adesso cerchiamo tutti divertimento e buon Flamenco. Quest’evoluzione mi ha resa piu’ calma ma estremamente selettiva. Sia chiaro infatti che, con la parola colleghi, intendo le ben poche persone che io considero dei veri professionisti.

Quali sono i tuoi progetti attuali?
Ho degli appuntamenti importanti per l’autunno: sono stata invitata a Festival di Flamenco di Ginevra, devo presentare un mio nuovo lavoro per la giornata della cultura di Baden, mi è stata richiesta nuovamente una collaborazione con il Festival Flamenco di Berlino, una piccola tournè con la Compagnia Contrabando e con il trio Flamenco 3.

C’è stato un momento della tua carriera particolarmente emozionante e per questo indimenticabile?
Essere accompagnata al baile dal cantaor Arcangel e dalla cantaora Mara Rey.

E che cos’è che non hai ancora fatto ma che speri un giorno di fare? Qual è il tuo sogno nel cassetto?
Aprire un Tablao-Centro culturale qui a Zurigo, con ristorante. Vorrei ballare e cucinare.

Qual’è l’artista della scena attuale che più corrisponde al tuo gusto e che più ti emoziona?
Devo fare piu’ nomi, se è possibile: Falo e Juan Josè Amador per il cante, per il baile Eva la Yerbabuena, Pastora Galvan, Andres Pena, per la chitarra Juan Ramon Caro.

La tua meta ideale: Sevilla, Jerez, Madrid o…?
Vorrei vivere a Jerez, ma non solo per il Flamenco, piuttosto per la flamencura che riscontro in ogni aspetto della vita quotidiana della gente di Jerez.

Tradizione o modernità?
Il percorso della tradizione è obbligatorio, per chiunque voglia successivamente rompere gli schemi.
Ogni contaminazione deve avere una ragione e deve essere fatta in modo professionale, sono un po’ stufa di vedere finto moderno, finta danza contemporanea, trame fasulle e drammaturgia ridicola.

Pensi che ‘il Duende’ sia solo una prerogativa del popolo gitano o spagnolo?
Abbiamo, nella nostra tradizione, degli esempi di Duende, basta cercare nella tradizione musicale e coreutica del sud Italia.

Il tuo più grande difetto come artista e come persona
Essere una Control Freack, essere un po’ un trapano per i miei colleghi, non essere mai contenta.

Il tuo più grande pregio come artista e come persona
Essere una Control Freack, una persona sulla quale si puo’ sempre contare, non essere mai contenta.

La prima letra che ti viene in mente…
Compañera no regañe, que hago mi ropita un lio y el campo no tiene llave.

A che cosa pensi un momento prima di salire sul palcoscenico?
Che è comunque un privilegio poter vivere della propria passione. Quindi è mio dovere dare il massimo e divertirmi. Molto.

Come vedi il panorama attuale del flamenco in Italia?
Confesso di essermi allontanata ormai da tempo dalla scena nazionale, percio’ sono poco aggiornata sulle “nuove leve”. Esistono comunque compagnie di alto livello professionale che, “ai miei tempi”, non esistevano. Il livello professionale si è alzato incredibilmente.

Pensi che anche nell’Italia flamenca per emergere devi trovare le persone giuste?
Credo che avere fortuna faccia bene, ma senza capacità e preparazione si fa la fine dei concorrenti del Grande Fratello…

La tua giornata ideale?
Avere tempo per studiare; qualcun altro cucina, lava, stira, fa la spesa, riordina, paga le bollette, risponde al telefono.

Un consiglio per i nostri lettori che vogliono fare del flamenco la loro professione
Ricordate che non esiste un Flamenco italiano, tedesco, svizzero, canadese, giapponese, messicano. Esiste il Flamenco. Punto. Un professionista DEVE essere in grado di lavorare ovunque e con chiunque.

Il tuo compagno ideale: dentro o fuori dell’ambiente flamenco?
Fuori, i flamenchi sono ossessivi.

Per che cosa vorresti essere ricordato?
Per essere una brava persona.

Il flamenco in una parola
Cuore.

Grazie Elena! Per chi volesse contattarla: elenavicini@hotmail.com

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Elena Vicini por buleria:

 Pagina aggiornata il 14 Aprile 2011

2 pensieri su “Elena Vicini

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